recrudescenza di Aids e di altre malattie a trasmissione sessuale








L'Istituto superiore di sanità in occasione della Giornata mondiale dell'Aids, ha pubblicato dati davvero allarmanti .  I più colpiti sono i giovani fra i 25 e i 29 anni (80% non usa il preservativo) e mentre il 70% ignora di essere sieropositivo ( con tutto quello che ne consegue in termini di contagio) finché non viene diagnosticato l'Aids. Negli ultimi anni si è abbassata la guardia sul tema dell'Aids perché i risultati della ricerca scientifica  permettono di tenere sotto controllo il virus, il che ha determinato  il fatto di considerarla una malattia debellata.

COUNSELLING PSICOLOGICO

Training Biennale di Formazione
Anno Accademico 2016

Neuroscienze,Psicologia Umanistico-Fenomenologico-Esistenziale,Psicologia cognitiva
Modello Integrato






Direzione scientifica: 
dott. Michele Festa
dott.ssa Maria felice Pacitto






Alla fonte autentica della Psicologia Umanistica

Shaken baby syndrome, maltrattamenti, mancanza di cure






Oltre a lasciare gravi segni nella psiche (abuso di droghe,fenomeni delinquenziali, tentativi suicidali) i maltrattamenti, le carenze affettive, bullismo, abusi, ecc…, provocano alterazioni biochimiche anatomiche e organiche che a lungo andare danno luogo a varie patologie fisiche quali cefalea, obesità, sindromi dolorose, problemi cardiaci, cancro, minore aspettativa di vita. I bambini maltrattati presentano  telemori (porzioni terminali dei cromosomi) che si accorciano con l’invecchiamento)più corti, il che significa che la loro aspettative di vita è più breve di 5-10 anni. Le bambine maltrattate rischiano di sviluppare più facilmente il cancro al seno. Ma ancora un altro dato inquietante: una delle principali cause di morte nel primo anno di vita è la shaken baby syndrome. Il 30% dei bambini violentemente scossi muore e l’80% riporta gravi danni permanenti: emorragie cerebrali, disabilità cecità paralisi. Eppure la maggior parte dei genitori non sa quanto sia pericoloso scuotere un bambino. Negli Usa ci sono programmi di formazione per i genitori  per insegnare loro a comprendere le ragioni del pianto del bambino, per imparare a gestire le proprie emozioni e a capire i gravi effetti del maltrattamento.

Chi sono i jidaisti? Giovani che vanno alla ricerca di un seno alla vita e che vivono un vuoto culturale che solo l'Islam riesce a colmare.



 Le banlieu, zone di emarginazione che nacquero con l’intento di alloggiarvi  quanti non fossero desiderabili , presentabili e disturbanti i luccichii di Parigi, sono una fonte di reclutamento per i jidaisti.. Fin dagli attentati  del 1995 al metrò parigino,gli islamisti radicali in Francia sono cresciuti. Si tratta di generazioni cresciute e scolarizzate in Francia, convertitesi al jidaismo . Generalmente il loro percorso è stato questo: vita di banlieu, delinquenza, carcere, conversione alla jihad, viaggio  verso un paese del medio oriente  in guerra, viaggio che è senza ritorno. È difficile, quasi impossibile, tornare indietro, perché le loro personalità, com’è tipico di ogni regime dittatoriale, sono fortemente plasmate e trasformate durante l’addestramento.Ed è per questo che accettano quello che per noi rimane incomprensibile cioè di morire. Sanno perfettamente che dalle loro missioni terroristiche non si torna tra i vivi. Ma quali sono esattamente le loro caratteristiche di personalità?

Vincere l'ansia e lo stress

                                  VINCERE L’ANSIA E LO STRESS                                      
                                Workshop
                  Sabato 21 Novembre ore 15-19
Pomeriggio intensivo di tecniche e pratiche di autoconsapevolezza corporea, di mindfullness e visualizzazioni creative.

                       
 potrai :                                                                                                ●ridurre l’ansia e lo stress
 ●rinforzare le naturali capacità ad affrontare il dolore e gli imprevisti della vita
●imparare a gestire le emozioni negative
●aumentare le difese immunitarie
scoprire le potenzialità  per orientare la tua esistenza verso l’autostima e la crescita personale
aumentare la capacità di concentrazione                       

 Centro di “Psicologia Umanistica ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale” .                                            Per info e per l’iscrizione:  0776/25993; 338 2481768

Leggere libri ai bambini anche di pochi mesi

                                 Leggere  libri ai bambini anche di pochi mesi .

 Le ricerche hanno rivelato come i libri letti ai bambini migliorino fortemente il loro linguaggio, ma sono anche un prerequisito di un successivo  buon andamento scolastico.  La lettura di storie è utile già nei primi mesi di vita. I neonati, infatti, sono sensibili alla prosodia cioè alla

Neuroscienze e psicoterapia: la psicoterapia più efficace dei farmaci!



Il grande impulso dato alla ricerca nell’ambito delle neuroscienze ha sollecitato anche la ricerca in  psichiatria biologica per identificare i meccanismi di ordine neurobiologico o genetico alla base dei disturbi psichici. Ma nessuno studio neurobiologico dà una spiegazione esaustiva dei vissuti soggettivi psicopatologici che sono fenomeni complessi. Tra l’altro una eccessiva enfatizzazione della ricerca neurobiologica  rischia di far perdere o di mettere in secondo piano il grande patrimonio di conoscenze cliniche sviluppato dalla psicoanalisi soprattutto negli ultimi decenni (ma anche dagli orientamenti integrati, cognitivisti, sistemici, ecc…) e che possono, tra l’altro, offrire temi e spunti di ricerca sia alle neuroscienze che alla psichiatria biologica. Sarebbe invece opportuno arrivare ad una aconflittuale sinergia tra ricerca psicoanalitica e neurobiologica, sempre tenendo presente, però, che ciascuno dei due approcci, pur applicandosi  al medesimo oggetto di studio, ha finalità e metodi diversi. La neurobiologia si applica allo studio dei correlati neurali dei fenomeni psichici, la psicoanalisi allo studio della mente cioè allo studio dei vissuti soggettivi della persona. Inoltre la ricerca neurobiologica è strettamente legata, nella pratica clinica, all’uso degli psicofarmaci, i quali in alcune situazioni sono assolutamente indispensabili . Ma mai come in questo momento gli psicofarmaci sono fortemente messi in discussione (si veda il testo interessantissimo Indagine su una epidemia, diRobert Witaker )

Oliver Sacks: il controverso scienziato che ha reso accessibile al pubblico il mondo dei disturbi neurologici e psichici

Oliver Sacks, che ha reso familiare e accessibile al pubblico comune il mondo complesso dei disturbi neurologici e psichiatrici, fu un neurologo controverso e  per una serie di motivi:per essersi allontanato dalle modalità di cura consuete, per alcuni aspetti della sua vita privata, per aver  utilizzato nei suoi libri i materiali clinici dei suoi pazienti,sia pure in anonimato.. Egli stesso era stato colpito da una serie di incidenti e problemi neurologici che lo avevano costretto alla condizione di paziente, cosa che lo aveva reso  più empatico ed attento nei confronti delle sofferenze degli altri in quanto persone. Soffriva di prosopagnosia (difficoltà a riconoscere i volti) e  un tumore all’occhio   l’aveva privato della visione binoculare.

Neuroscienze: non possiamo applicarci contemporaneamente a due cose

Neuroscienze:  non possiamo applicarci a due cose contemporaneamente

Negli USA il 21% degli incidenti stradali che nel 2012 ammontavano a 5 milioni e mezzo, sono dovuti a conversazioni intrattenute con il cellulare tenuto in mano o a viva voce (dati riportati da ILSole 24 Ore del 19 luglio scorso”). Un altro 5% sarebbe dovuto ad invii di messaggi o all’uso dello smartphone per la consultazione di siti. Sembrerebbe che nell’ultimo anno ci sia stato  un aumento della mortalità. Rispetto a questo fenomeno esiste nei vari stati una legislazione abbastanza differenziata che cerca di porvi rimedio. Telefonare mentre si guida è un reato negli USA e in molti paesi europei. In alcuni di essi si vieta l’uso diretto del telefonino e si permette il vivavoce. Si sa invece che il vivavoce non è meno pericoloso del tenere il telefonino in mano. Quali  i rimedi?

Neuroscienze: che cos'è la ricerca scientifica per Jean Pierre Changeux



Che cos'è la ricerca scientifica per Jean Pierre Changeux




 “Credo che la ricerca proceda seguendo un po’ le regole darwiniane, vale a dire che ci sono tentativi ed errori e che non si può veramente progredire se non attraverso metodi che mettano alla prova le idee… ma non si hanno sempre idee buone, e anche i più grandi scienziati si sono sbagliati. È evidente che bisogna avere tempo e idee giuste (avere solo idee sbagliate non è certo raccomandabile per uno scienziato!) ma bisogna anche riconoscere i propri errori. Talvolta non si fanno grossi errori, ci sono scienziati che hanno avuto sempre progressi, ma occorre anche saper limitare la portata dei propri lavori scientifici, sapere che ci sono sempre dei limiti a un’interpretazione scientifica, che questa non è un dogma teologico perché la scienza non è dogmatica, è una ricerca di verità e quindi è sempre qualcosa da mettere alla prova.

NEUROSCIENZE.Il caso Henry Molaison

Il caso Henry Molaison
Nel 1953 all’età di 27 anni Henry Molaison, sofferente di una grave forma di epilessia (poteva avere fino ad 11 attacchi in un giorno), fu sottoposto ad un intervento devastante . Divenne il caso più studiato in tutta la storia della medicina. Escoville,  un giovane medico  spregiudicato, individuò l’origine dei suoi attacchi nel lobo temporale mediale e procedette alla ablazione di tre quarti dell’ippocampo, del giro paraippocampale e dell’amigdala. All'epoca si sapeva poco della funzione di queste strutture cerebrali. L'ippocampo fu succhiato attraverso una cannula. Henry, dopo l’intervento, non riusciva più a consolidare nuovi ricordi.

La psicoanalisi in Cina



 Come una peste (così l’aveva definita Sigmund Freud durante il viaggio che agli inizi del secolo scorso lo portava negli Stati Uniti) si diffonde in tutti i paesi che vengono in contatto con la cultura occidentale. Già da molti anni la psicologia analitica di Carl Gustav Jung  è presente in Cina. Di questo si è parlato a PerìArχôn –Cenacolo di Cultura Archetipica, fondato da Luigi Turinese, psicologo analista Junghiano il 22 giugno. A parlarne Marta Tibaldi, analista junghiana, che dal 2005 si occupa della formazione dei futuri analisti cinesi, la quale ha offerto un illuminante spaccato su un popolo in rapida trasformazione, assetato di cultura occidentale, disposto a prendere dall’Occidente tutto ciò che può essere utile al suo funzionamento. Quindi anche la psicoanalisi, necessaria per far fronte all’alta percentuale di depressioni e psicosi che si riscontrano nella popolazione. Certo può essere difficile comprendere tale fenomeno dinanzi al quale scatta immediatamente il nostro senso critico: come possono andare d’accordo la Cina comunista con la psicoanalisi che è scienza

Neuroscienze: "Enhancement morale": Congresso di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze a Padova (13-15 maggio)



L’ ”Enhancement morale” se ne è  parlato a Padova (13-15 maggio) durante il Congresso di Neuroetica e Filosofia delle neuroscienze organizzato dall’omonima Società, un congresso ricco e stimolante per l’urgenza e la novità dei temi ed  il livello dei relatori fra cui neuro scienziati di fama mondiale. Tra le relazioni più interessanti e sicuramente degne di attenzione per la complessità del tema è quello del potenziamento morale  cui hanno partecipato da posizioni diverse  Jhon Harris dell’Università di Manchester,  Ingmar Person dell’Università di Oxford, Massimo Reuchlin del San Raffaele di Milano. Person  nel 2012 insieme a Julian Savulescu pubblicò un libro dal titolo “Inadatti al futuro” .Secondo i due autori l’umanità sarebbe arrivata ad un  livello di sviluppo tecnologico che non è più in grado di gestire con una serie d di conseguenze per la sopravvivenza dell’umanità stessa . La nostra psicologia morale era adatta alla vita in piccole comunità con tecnologia semplice. Al grande potere tecnologico e scientifico che è nelle nostre mani non corrisponde  una pari abilità nel gestire i dilemmi morali che l’epoca contemporanea pone. Il futuro della nostra specie dipende dal radicale miglioramento delle componenti morali della nostra natura e le metodiche educative tradizionali sono inefficienti e temporalmente sfasate rispetto alla necessità di una crescita morale dell’umanità. Dunque solo con un potenziamento morale attraverso farmaci è possibile scongiurare prospettive catastrofiche. Esistono farmaci che appunto cambiano la chimica cerebrale e di conseguenza taluni nostri comportamenti quali ad esempio l’ossitocina (L’ormone dell’amore) che rende più empatici e ficuciosi negli altri o alcuni farmaci antiserotinergici efficaci nella cura della depressione e capaci di ridurre l’aggressività.  A prescindere dalla realizzabilità di tale ipotesi, si aprono comunque grandi questioni d’ordine etico. In primis: sicuramente avremmo soggetti più in sintonia con la  vita di comunità, più obbediente nei confronti delle leggi. Ma l’etica è un’altra cosa.Ma se gli uomini sono biologicamente determinati a fare il bene che ne sarebbe della libertà di scelta che è un presupposto della moralità. La morale esiste solo in quanto è possibile scegliere e compiere anche il male. E un’altra questione vorrebbe a porsi: gli esseri umani privati della loro aggressività non sarebbero privati, come giustamente sottolinea Reuchlin, anche della loro capacità di auto ed eterodifesa in alcune circostanze in cui fosse legittimamente richiesto? Infine: per quanto noi siamo il nostro  cervello i nostri comportamenti sono il risultato di meccanismi molto complessi. Pertanto il nostro cervello  non può essere considerato come una macchina a gettoni in cui ad ogni somministrazione di un determinato farmaco corrisponde esattamente un determinato specifico comportamento.


Neuroetica e filosofia delle neuroscienze. La prosocialità. dei bonobo.

Già da tempo esistono molte prove e testimonianze di comportamenti altruistici in alcune specie animali. Singolare è davvero il comportamento dalle scimmie bonobo (i nostri cugini più prossimi) che mostrano comportamenti di generosità anche nei confronti di congeneri sconosciuti. In un esperimento dell'Università di Duke, alcune Bonobo sono state provviste di una quantità di cibo di gran lunga maggiore di quella che sono abituati a mangiare.  Esse hanno aperto la porta della loro gabbia, per condividere il cibo, più facilmente ai congeneri sconosciuti che a quelli conosciuti. Nel caso in cui la loro generosità non ha avuto una risposta dall'altra parte hanno smesso di condividere il cibo. Come interpretare questo dato?. Secondo i ricercatori i bonobo offrono il cibo per stringere legami e, aggiungerei, per stringere legami sempre più vasti oltre il gruppo di appartenenza. Tutto questo starebbe a di mostrare che l'altruismo è un risultato dell'evoluzione perché utile alla sopravvivenza. Da cui si deduce  che noi uomini siamo biologicamente  determinati a comportamenti prosociali. Attenzione però: l'essere umano è anche un animale culturale e, pertanto, suscettibile di apprendimenti sia positivi che negativi. E comunque vale sempre la pena di ricordare che l'altruismo non è ancora l'etica!

Neuroscienze: l'ossitocina e l'amore

Trecentocinquanta milioni di anni fa vi fu un forte cambiamento nel sistema neuroendocrino dei mammiferi. Comparve la vasopressina un ormone  fondamentale nella regolazione di alcuni meccanismi necessari alla sopravvivenza (temperatura corporea, regolazione della pressione arteriosa, aggressività) e la ossitocina che rese la prole significativa  per le madri le quali svilupparono la funzione della cura. Questi ormoni resero possibile l'eccitazione sessuale, l'accoppiamento e gli affetti.  L'amore è solo questione di ormoni? Ovviamente no.  L'essere umano ha bisogno di molto altro per stabilire i legami affettivi: il fidarsi dell'altro, l'idealizzazione dell'altro... insomma di molte altre cose di cui filosofi e letterati si sono occupati ampiamente.

Aumenta sempre più la richiesta di counselling

Lo stress quotidiano, il malessere, l'insoddisfazione per le condizioni di vita, la precarietà economica, la difficoltà a progettare un futuro soddisfacente, la paura dell'esclusione sociale, la pressione emotiva di eventi politici, determinano un aumento della richiesta di aiuto e sostegno.
Si tratta di una domanda diversa da quella della psicoterapia, fatta da una utenza che  vuole un intervento breve, immediato e mirato in  un momento critico dell’esistenza, semplicemente per riavviarsi nella vita e riacquistare il proprio benessere.
A circa un secolo dalla sua nascita per opera di Rollo May  fondatore della Psicologia Umanistica, a cui si deve il primo testo sul conselling pubblicato alla fine degli anni ‘20 del secolo scorso.
Il counselling si impone come risposta alle nuove domande che ci vengono dalla società esso si fonda fondamentalmente su competenze psicologiche ed ha per obiettivo quello di stabilire una relazione di aiuto con il richiedente che si identifica fondamentalmente nell'analisi della situazione in un'attività di sostegno, nell'analisi delle risorse personali per la promozione del proprio benessere ed nella progettazione di eventuali cambiamenti  nella vita e eventualmente nella facilitazione ad accedere, se necessario, ad  altri interventi più specifici.
Lo psicologo è in quanto tale il professionista di diritto lo è di fatto deputato allo svolgimento dell'attività di counselling.
Ma se il campo del counselling è lo specifico dello psicologo  non significa che altre professionalità in cui al centro sono le relazioni umane non possano essere arricchite e potenziate, nelle loro pratiche, da conoscenze e competenze psicologiche di base (Tutti dovrebbero averle soprattutto i genitori.) .
Ma  questo non significa però legittimare altri profili improbabili e confusionari di counselling.