Neurophilosophy children: neuroscienze e filosofia insegnata ai ragazzi dai 10 ai 13 anni. Un orientamento ed una formula creata da Maria Felice Pacitto

Si è svolto a Cassino il primo seminario di neuroscienze e filosofia rivolto a ragazzi dai 10 ai 13 anni, supportato dalla proiezione di Inside Out.
Si tratta non di un semplice cartoon (non a caso il consulente scientifico è Paul Ekman, lo studioso delle emozioni di base, universali e non apprese) ma di un film che cerca di spiegare il funzionamento della mente e che necessita soprattutto per i minori di una adeguata spiegazione. Il merito degli sceneggiatori è stato quello di aver saputo tradurre in una forma narrativa accattivante contenuti scientifici complessi. La dott.ssa Pacitto si è soffermata appunto, prima delle proiezione, su una preliminare spiegazione di anatomia e fisiologia cerebrale e sui meccanismi psichici correlati.   Il film è stato commentato passo passo dalla dott.ssa Pacitto la quale si è soffermata, anche, sulla funzione sociale, cooperativa e morale delle emozioni. La dott.ssa Ricciuti (psicoanalista infantile) ha colto invece gli aspetti del film relativi alla psicologia dell’età evolutiva, soffermandosi sulla fase della preadolescenza e sulla tempesta psico- emotiva che i ragazzi di questa età devono affrontare. Un evento, dunque, che è stato un ‘occasione di educazione alle emozioni e alla affettività, seguito con interesse e partecipazione dagli allievi.

Tra Neuroeconomy (Michela Balconi), ibernazione e spedizione su marte (Matteo Cerri), potenziamento cognitivo (Lavazza) e Alzheimer (Alberto Oliverio): questi i temi del convegno di Neuroetica e filosofia delle neuroscienze tenutosi a Cassino il 16 aprile scorso.


Tra Neuroeconomy, ibernazione e spedizione su Marte, potenziamento cognitivo, coscienza  e Alzheimer.

Grande successo del secondo convegno di neuroetica e filosofia delle neuroscienze,  organizzato a-dall’omonima società Sine,presieduto dalla dottoressa  Maria Felice Pacitto (membro Sine) il convegno che ha visto all’opera ricercatori di pregio in tale ambito, ha portato in provincia tematiche di estrema importanza e risultati più recenti della ricerca scientifica. Ma particolare è stato il taglio “pratico”, cioè collegato alla quotidianità,ch e alcuni relatori hanno  dato al loro intervento.  Il professor Alberto Oliverio, neurobiologo di fama internazionale, ha sviluppato una esaustiva  spiegazione dei meccanismi della memoria, delle sue varie forme  e di come essa sia fondamentale per la nostra identità .In particolare la memoria autobiografica, (forma di memoria esplicita e più tarda a formarsi),è quella che viene ad essere compromessa nell’Alzheimer, malattia degenerativa significativamente diffusa e che è diventata un po’ lo spauracchio di tutti quelli che hanno una piccola defaillance della memoria. Una malattia sulla quale si fanno molte ipotesi ma nessuna accertata. Il professore, che ha arricchito la sua esposizione con dettagli letterari  ( da Proust al romanzo scientifico scritto dal famoso paziente di Lurjia) si è soffermato su una serie di indicazioni utili per chi è a contatto con un paziente o un familiare che ha sviluppato l’Alzheimer.

Spesso questi si scompensa emotivamente perché non è più padrone della sua memoria, non riesce ad esprimersi , non si sente capito e va in ansia. Aiutarlo a ricordare e a mantenere l’identità fornendogli  “pezzi “di ricordi è molto importante. Ma il professore ha voluto anche rassicurare: piccole defaillance di memoria sono fisiologiche e anche necessarie in quanto permettono la formazione di nuove memorie (tipico il dimenticare i cognomi dopo i cinquant’anni, il che non ha alcun significato patologico). Possiamo con la vita attiva e l’allenamento mentale preservare la nostra riserva cognitiva e contare anche sulla p0lasticità cerebrale. Il nostro cervello è plastico:  con il tempo noi perdiamo neuroni ma le esperienze e le opportunità di apprendimento, che la vita ci offre, portano alla produzione di sempre nuove sinapsi e alla riorganizzazione del nostro cervello. Un’attitudine, la plasticità, che con il tempo si attenua ma che in una certa misura rimane fino alla fine. Non meno interessante il prof. Paolo Pecere dell’Università di Cassino il quale ha affrontato il tema della coscienza (cioè dell’esperienza soggettiva) , sottolineando che quello che sembrava un tema inaccessibile  secondo una prospettiva naturalistica, sia diventato ormai oggetto di indagine scientifica  che implica ovviamente una serie di questioni  metodologiche ed epistemologiche. Un excursus storico, a partire da Cartesio, passando per Gall, per finire con la ricerca attuale.



Di estrema attualità e collegata alla vita quotidiana la relazione, relativa alla Neuroeconomia, della prof Balconi, docente della Cattolica –Milano, di Scienze cognitive e Neuropsicologia.   La Neuroeconomia è una disciplina che si occupa di come il cervello guidi le nostre scelte economiche. E’ un ambito che include aspetti diversi come le scelte finanziarie (come investiamo) ma anche il neuro marketing ovvero come capire meglio il mercato. Le emozioni hanno un ruolo fondamentale nelle nostre scelte economiche ma lo hanno anche fattori percettivi (impliciti ed espliciti), valori della cultura di appartenenza,  ma soprattutto i meccanismi di rewording (ricompensa), tutti elementi che possono spiegare i diversi profili degli investitori: quelli che rischiano di più e quelli prudenti.  Alcune persone hanno bisogno di un rewarding immediato (riscontrabile tra l’altro in soggetti che hanno subito una lesione nelle aeree frontali) e questo può spiegare il comportamento del giocatore d’azzardo.  Un ambito, quello della neuro economy, iniziato da Kanheman e che conta ormai molti ricercatori e che ha ormai un suo status scientifico e disciplinare.Il prof. lavazza si è invece trattenuto sul potenziamento cognitivo: la possibilità di aumentare alcune nostre prestazioni (usando alcuni psicofarmaci mirati, la stimolazione cerebrale, ecc.) Si tratta di neuro potenziatori  che agiscono sulla memoria a breve termine e sulla capacità di concentrazione ma possono implementare le capacità creative  e la coordinazione motoria  (è stata usata dai saltatori dal trampolino). Si tratta di una sorta di doping mentale  che  pone non pochi problemi da un punto di vista etico. Ma a noi basta anche solo la semplice domanda”E’ meglio scrivere un tomanzo in sei mesi con l’aiuto di uno psicofarmaco o scriverlo, studiando molto, in cinque anni?”

Infina ha affascinato i partecipanti Matteo Cerri ricercatore nel campo dell’inbernazione e consulente dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) . Ci si potrebbe chiedere”Che c’entra l’ibernazione con la ricerca spaziale? “  C’entra perché oltre a poter essere utilizzata in ambito clinico per gli ictus e gli stroke (la storia della medicina racconta che che le basse temperature permisero ai soldati di Napoleane di salvarsi al contrario degli ufficiali ricoverati sotto le tende riscaldate ma esiste altra aneddotica in questo senso) potrebbe essere utilizzata nella spedizione su Marte di cui tanto si parla. Uno dei costi maggiori della spedizione è la preparazione degli alimenti. Un solo Kg di cibo ha un costo di 60000 euro. E’ immaginabile il costo totale per l’intero equipaggio se si pensa che ci vogliono9 mesi per andare e altrettanti per tornare e che il ritorno non è immediato perché bisogna calcolare determinate condizioni di vicinanza tra Marte e la Terra. Ma si provvede a scorte alimentari per altri tre anni. (Si veda a tal proposito l’ultimo film  a proposito della spedizione su Marte, interpretato Da Matt  Damon). Inoltre durante la spedizione, dopo qualche tempo, due uomini dell’equipaggio sviluppano una crisi psicotica con conseguenze ben immaginabili per la vita del resto dell’equipaggio e per la missione. Ibernare due membri dell’equipaggio  risolverebbe qualche problema! Il pubblico ha seguito con attenzione inte3rvendo costantemente nel dibattito che seguiva ogni relazione. LOdevolissima la presenza di un nutrito gruppo di ragazzi del liceo Linguistico, i quali hanno preferito la Neuroetica ad un evento  mediatico che si svolgeva nella loro scuola. Apprezzabili e destati da un autentico interesse i loro interventi. Quando li si sa motivare( bravo ilprof Folcarelli!) i ragazzi rispondono e con entusiasmo” Un convegno da cui nessuno è andato via senza aver imparato qualcosa!

Il convegno è stato sponsorizzato dalla San Paolo Invest, dallìAzienda Ferone, dall’Azienda MarmiZola