Neuroscienze: non
possiamo applicarci a due cose contemporaneamente
Negli USA il 21% degli incidenti stradali che nel 2012
ammontavano a 5 milioni e mezzo, sono dovuti a conversazioni intrattenute con
il cellulare tenuto in mano o a viva voce (dati riportati da ILSole 24 Ore del
19 luglio scorso”). Un altro 5% sarebbe dovuto ad invii di messaggi o all’uso
dello smartphone per la consultazione di siti. Sembrerebbe che nell’ultimo anno
ci sia stato un aumento della mortalità.
Rispetto a questo fenomeno esiste nei vari stati una legislazione abbastanza
differenziata che cerca di porvi rimedio. Telefonare mentre si guida è un reato
negli USA e in molti paesi europei. In alcuni di essi si vieta l’uso diretto
del telefonino e si permette il vivavoce. Si sa invece che il vivavoce non è
meno pericoloso del tenere il telefonino in mano. Quali i rimedi?
Oltre ad una politica legislativa
di sanzioni consistenti per chi mette a repentaglio la propria vita e quella
degli altri è ovviamente necessaria una vasta e significativa campagna non solo
informativa ma soprattutto educativa che deve tendere non solo a disincentivare
l’uso di telefonini ed altri congegni (l’articolista di Sole 24 Ore proponeva,
ad esempio, che le Assicurazioni si rifiutino di coprire i danni causati da
coloro che li usano mentre guidano) ma anche a innescare buoni comportamenti.
In questo senso fondamentale è la diffusione di conoscenze relative al
funzionamento del nostro cervello. Le neuroscienze ci dicono, appunto, che noi
non possiamo applicarci contemporaneamente a
due attività perché non possiamo elaborare due elementi non collegati a
livello cosciente nello stesso m omento. Inoltre, quando si guida e si è
impegnati nel parlare e spostiamo l’attivazione della corteccia occipitale a
quella prefrontale sottraendo risorse ad
una serie di attività veloci e preriflessive
indispensabili per una guida sicura. Molte nostre reazioni (ad esempio schivare
un camion che ci viene contro) quando guidiamo sono al di fuori della nostra
consapevolezza perché esiste un esercito
inconscio di neuroni velocissimi che valutano tutte le possibilità e ci portano a
fare la cosa opportuna. La nostra
coscienza è troppo lenta e non ci permetterebbe di rispondere velocemente alle
necessità del momento.
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