Neuroscienze e psicoterapia: la psicoterapia più efficace dei farmaci!



Il grande impulso dato alla ricerca nell’ambito delle neuroscienze ha sollecitato anche la ricerca in  psichiatria biologica per identificare i meccanismi di ordine neurobiologico o genetico alla base dei disturbi psichici. Ma nessuno studio neurobiologico dà una spiegazione esaustiva dei vissuti soggettivi psicopatologici che sono fenomeni complessi. Tra l’altro una eccessiva enfatizzazione della ricerca neurobiologica  rischia di far perdere o di mettere in secondo piano il grande patrimonio di conoscenze cliniche sviluppato dalla psicoanalisi soprattutto negli ultimi decenni (ma anche dagli orientamenti integrati, cognitivisti, sistemici, ecc…) e che possono, tra l’altro, offrire temi e spunti di ricerca sia alle neuroscienze che alla psichiatria biologica. Sarebbe invece opportuno arrivare ad una aconflittuale sinergia tra ricerca psicoanalitica e neurobiologica, sempre tenendo presente, però, che ciascuno dei due approcci, pur applicandosi  al medesimo oggetto di studio, ha finalità e metodi diversi. La neurobiologia si applica allo studio dei correlati neurali dei fenomeni psichici, la psicoanalisi allo studio della mente cioè allo studio dei vissuti soggettivi della persona. Inoltre la ricerca neurobiologica è strettamente legata, nella pratica clinica, all’uso degli psicofarmaci, i quali in alcune situazioni sono assolutamente indispensabili . Ma mai come in questo momento gli psicofarmaci sono fortemente messi in discussione (si veda il testo interessantissimo Indagine su una epidemia, diRobert Witaker )

Oliver Sacks: il controverso scienziato che ha reso accessibile al pubblico il mondo dei disturbi neurologici e psichici

Oliver Sacks, che ha reso familiare e accessibile al pubblico comune il mondo complesso dei disturbi neurologici e psichiatrici, fu un neurologo controverso e  per una serie di motivi:per essersi allontanato dalle modalità di cura consuete, per alcuni aspetti della sua vita privata, per aver  utilizzato nei suoi libri i materiali clinici dei suoi pazienti,sia pure in anonimato.. Egli stesso era stato colpito da una serie di incidenti e problemi neurologici che lo avevano costretto alla condizione di paziente, cosa che lo aveva reso  più empatico ed attento nei confronti delle sofferenze degli altri in quanto persone. Soffriva di prosopagnosia (difficoltà a riconoscere i volti) e  un tumore all’occhio   l’aveva privato della visione binoculare.