Il counselling nato intorno agli anni ‘30 del secolo scorso
(del 1928 e il testo di Rollo May, primo lavoro in materia) si differenzia da
altre professioni d'aiuto quali ad esempio la psicoterapia. E’ definito da
Rollo May (1939) uno strumento finalizzato a riequilibrare “la tensioni fondamentali della personalità
(ambizioni e interesse sociale) perché possano coesistere in un’armonia
funzionale”.
È uno strumento importante oggi, in un'epoca in cui si va sempre più in
fretta, si ha sempre meno tempo e si
vuole un aiuto ed un sostegno “breve” sia per difficoltà esistenziali che per
problematiche di tipo istituzionale. Uno strumento, quello del counselling,
adatto ad una nuova utenza e alle richieste di intervento psicologico da parte
di una Società in rapida trasformazione.
Il counselling (dizionario di
psichiatria di Hinsie e Campbell) è anche definito come una forma di
“psicoterapia d’appoggio rieducativa”. Dunque, un approccio breve indirizzato alla individuazione e alla
risoluzione (ma anche all'orientamento verso
altri tipi di approcci connotati terapeuticamente) di difficoltà
circoscritte o di momenti critici legati ad una tematica chiaramente delimitata
nel tempo che esclude situazioni in cui siano individuabili fenomeni di natura
psicopatologica.
Il counselling si applica a problematiche relative
all’individuo, alla coppia, alla famiglia, all’affido, all’ambito scolastico, a
quello aziendale, a quello della devianza, all’integrazione socio-culturale, ai
contesti di emergenza. L'obiettivo è di fornire opportunità affinché si
sviluppino un maggior livello di consapevolezza da parte del cliente per una
gestione più autonoma, integrata e responsabile delle sue difficoltà ed un uso più
funzionale delle sue risorse in relazione ai propri bisogni e
desideri;affinché si promuovano le risorse, le potenzialità ed
il benessere individuale e collettivo all’interno dei gruppi e delle
istituzioni; affinchè si faciliti la
creazione di relazioni ottimali e nutrienti.
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